Conferenza stampa ANIMA

È ancora l’export a tenere alte le sorti del nostro paese, come dimostrano i dati di preconsuntivo illustrati da Andrea Orlando, Direttore Generale Federazione ANIMA e Sandro Bonomi, Presidente ANIMA (nella foto), a fronte di un mercato interno ormai fermo da troppo tempo. Non è un caso quindi che la quota export del fatturato delle nostre imprese meccaniche sia giunta nel 2102 al 56%, valido per quelle aziende che hanno ancora la forza di investire all’estero. Fatta la considerazione che una nazione non può pensare di crescere abbandonando il proprio mercato interno, urgono assolutamente delle politiche industriali ed energetiche che diano linfa vitale all’economia dell’Italia.

Entrando nei dettagli la nostra industria continua ad essere apprezzata a livello internazionale e riesce a conquistare nuove ed importanti quote di mercato nei mercati di sbocco tradizionali, ma anche nei Paesi emergenti, che per alcuni nostri comparti già oggi rappresentano realtà consolidate. Per quanto riguarda il settore del Valvolame, i mercati asiatici ormai hanno raggiunto livelli di export sostanzialmente identici a quelli dell’Europa a 27. Infatti l’Asia assorbe il 34% delle esportazioni del settore, rispetto 36% dell’Europa a 27.

In valore assoluto e per l’intera Meccanica Varia Rappresentata da ANIMA, Francia e Germania si confermano come nostri principali paesi di destinazione, mentre emerge in modo evidente la netta ripresa del mercato statunitense dopo il crollo dovuto alla crisi dei mutui subprime, detonatore della crisi a livello internazionale che ha prodotto i suoi maggiori effetti nel biennio 2009-2010.

Nel 2012 la destinazione delle esportazioni per aerea geografi evidenzia il primato dell’Europa a 27, che assorbe il 40% delle nostre esportazioni, la crescita del mercato asiatico che ne rappresenta il 23%, l’aerea extra EU 27 il 12%, l’America del Nord l’ 8%, l’America del Centro-Sud il 7%.

Il saldo commerciale, superato il biennio negativo 2009-2010, ha ripreso il suo trend ampiamente positivo. Il mercato interno invece è in netta contrazione. Il preconsuntivo 2012 indica un calo del 20% rispetto al 2008. Per il 2013 l’export dovrebbe confermarsi in ascesa (+1%) mentre dovrebbero calare gli investimenti (-0,3%). Stabile dopo un 2012 in lieve diminuzione anche l’occupazione.

«Con forza auspico che il nuovo governo possa prendere provvedimenti urgenti almeno per sbloccare i debiti della PA nei confronti delle imprese, aiutando anche l’occupazione. Attendiamo inoltre che venga attuata la Strategia Energetica Nazionale, avviata a livello programmatico dal Governo Monti» ha dichiarato Sandro Bonomi.
Come sempre incisivo e critico l’intervento del Prof. Marco Fortis economista e vice Presidente della Fondazione Edison:«Non si capisce per quale motivo l’Italia viene continuamente paragonata a paesi quali Grecia e Cipro. La situazione italiana è ben diversa perché molto differente è la situazione patrimoniale del nostro paese, nettamente superiore ai paesi citati e nemmeno così peggiore rispetto a Francia e Germania. Nonostante ciò abbiamo dovuto mostrare all’UE, con una politica troppo recessiva, che eravamo in grado di coprire i nostri debiti con la forza del denaro delle famiglie italiane. Anche i fatti parlano chiaro. La Meccanica e i mezzi di trasporto in Italia ha un ruolo molto importante rappresentando ormai il Made in Italy. Il problema sta nella forbice tra il fatturato vero il mercato estero e  quello interno. La media dell’industria italiano verso l’estero ha ormai raggiunto il 60% certamente più alto dei nostro cugini d’Oltralpe e quasi alla pari con i tedeschi. Ma non è pensabile che un paese manifatturiero come l’Italia non cerchi di frenare la caduta libera dei consumi interni, e certamente non è con una politica di austerity così drastica a poterlo risolvere. La nostra capacità di presidiare i mercati esteri è tra i primi al mondo questo è un segnale che il nostro paese è fortemente competitivo a dispetto di ciò che erroneamente si continua a pensare di noi. La nostra capacità di diversificare i mercati e i prodotti, inoltre, è enorme avendo ottenuto negli ultimi due anni successi incredibili su mercati periferici. Se analizziamo la bilancia commerciale dell’Italia nei 14 principali macro settori industriali ci accorgiamo come il nostro paese occupi nel mondo il primo posto in svariati comparti, ma soprattutto  un secondo posto nella meccanica non elettronica dietro la Germania».