rivista

L’Ammonitore n.3 aprile

Pensieri paralleli 

di Fabio Chiavieri

Nel campo della progettazione ospedaliera, la pandemia ha portato una vera e propria rivoluzione. Uno dei motivi principali è insito nel fatto che il settore della sanità nel nostro Paese, nella sua totalità e complessità, è rimasto arretrato, legato a processi che non seguono l’evoluzione dei flussi di lavoro, non aperto all’impiego di nuove metodologie. L’emergenza indotta dal Covid-19 ha improvvisamente accelerato alcune tendenze innovative che, seppure timidamente, hanno iniziato a delinearsi ancor prima dell’emergenza sanitaria. Mi riferisco in particolare alla digitalizzazione e all’introduzione di concetti ben noti anche nel comparto manufatturiero quali per esempio il Digital Twin. Oggi si parla di Smart Hospital esattamente come in ambito industriale si parla di Smart Factory.

L’anno del Covid ha portato a fare delle riflessioni in molti altri settori industriali, sancendo inoltre la robotica come uno degli ambiti strategici dell’Italia. Sotto una luce nuova, il robot ha trasceso il concetto stesso di automazione per entrare in ambiti sociali dai risvolti non certo secondari.

Il distanziamento sociale, per esempio, è stato uno dei motivi per cui la quasi totalità delle attività industriali si sono bloccate allo scoppio della pandemia. Un maggiore impiego di robot o cobot avrebbe consentito a molte imprese di continuare a produrre seppure sottotono. Durante il Covid i chirurghi esperti, come molti altri lavoratori, avevano difficoltà a viaggiare, mentre il training dei chirurghi specializzandi ha subito un rallentamento. “Se ci fosse già stata una tecnologia a supporto sarebbe stato possibile procedere con l’addestramento a distanza” ha affermato il professor Franco Siciliano durante il suo intervento al convegno Progettistapiù 2023 di cui diamo un ampio risalto in questo numero de L’Ammonitore. Il robot è destinato, inoltre, a sostituire l’uomo nei lavori più gravosi e logoranti che, a lungo andare, possono creare problemi di salute invalidanti. In questo caso il vantaggio è doppio: l’eliminazione di molti costi sociali legati a tali malattie di natura muscolo-scheletrica; il miglioramento della qualità del lavoro. Lo sviluppo della robotica si intreccia oltretutto inesorabilmente con quello dell’Intelligenza Artificiale, ragion per cui occorre fare ulteriori e doverose considerazioni scevre dal considerare una delle due tecnologie subordinata all’altra.

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