
Tra pochi giorni inizierà Lamiera 2016 che durerà dall’11 al 14 maggio. Ne parliamo con Luigi Galdabini Presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre.
Secondo mercato di consumo in Europa e quarto nel mondo, l’Italia ha in Lamiera una delle più qualificate manifestazioni internazionali dedicate all’industria delle macchine utensili a deformazione e alle tecnologie sviluppate per la lavorazione della lamiera.
Che edizione sarà quella che inizierà tra pochi giorni a Bologna? Lo chiediamo a Luigi Galdabini, Presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre.
«Inizierei col dire che l’area espositiva è aumentata di circa il 5% rispetto alla precedente edizione, con la partecipazione di 260 espositori diretti, di cui circa il 10% stranieri. In secondo luogo vorrei sottolineare l’importanza del convegno inaugurale che sarà incentrato sul confronto tra Italia e Germania nel settore della Deformazione. Il motivo per cui abbiamo pensato a un evento di questo tipo è perché questi due paesi sono, senza ombra di dubbio, i leader del settore, come dimostra il fatto che molto spesso, nelle trattative con i clienti, le aziende italiane si trovano a combattere contro la concorrenza tedesca. Nell’industria della macchina utensile in generale, la Germania è ancora il paese europeo più forte, con il maggior assorbimento di macchine, che produce ed esporta di più, ma subito dopo vengono le aziende italiane. È evidente che questa nazione deve essere per noi un modello di confronto facendo comunque presente che, in alcuni casi, le nostre aziende sono meglio di alcune eccellenze tedesche. Sulla deformazione in particolare, i numeri produttivi tra Italia e Germania quasi si equivalgono, con la differenza che in Germania risiedono dei veri colossi del settore. Anche da un punto di vista tecnologico non abbiamo nulla da invidiare ai tedeschi, semmai ciò che possiamo recriminare è la dimensione dei loro buyer i quali, delocalizzando alcune attività in altri paesi, portano con sé modelli produttivi e tecnologici della casa madre, creando nuovi campioni da seguire anche al di fuori della Germania. In questi casi, le difficoltà per noi italiani di inserirci in questi progetti sono elevate a meno che, alla fonte, non figuriamo già tra i partner tecnologici del Gruppo in questione. Ciò, per fortuna, avviene anche quando a delocalizzare una produzione è un grosso gruppo italiano ma, come sappiamo, il nostro tessuto industriale non contempla molti casi di questo tipo. Quella che ho appena citata è probabilmente la vera differenza tra questi due paesi, che si rispecchia purtroppo nelle rispettive politiche industriali.
Altro momento importante della manifestazione sarà la presentazione della quinta edizione dell’indagine sul parco macchine utensili e sistemi di produzione installati nell’industria italiana con il Focus sull’Emilia Romagna».
In che momento arriva la fiera Lamiera per il comparto della deformazione?
I recenti dati forniti dal Centro Studi di Ucimu ci dicono che nel primo trimestre l’industria italiana della macchina utensile, asportazione più deformazione, è cresciuta del 14,3% grazie all’exploit degli ordini interni cresciuti del 31,8%. Quindi il mercato oggi va bene ma ha risentito di una stasi degli ordini esteri. I dati migliori dovremo attenderceli nel secondo trimestre perché, nonostante la situazione finanziaria instabile con cui dovremo imparare a fare i conti sempre, il lavoro non manca così come le richieste di nuove macchine.
Il tema caldo del momento è Industria 4.0. Qual è l’impegno del comparto e della fiera per quella che
Industria 4.0 consiste nel saper sfruttare al meglio le nuove tecnologie abilitanti che abbiamo a disposizione, quali Internet, la sensoristica, i sistemi per l’analisi, la trasmissione e la gestione di un gran numero di dati ecc. Vista nel suo complesso, quindi, può essere capace di rivitalizzare il sistema produttivo di un’azienda ma anche di un intero paese. Si tratta però di un’evoluzione che dovrà avvenire per gradi come è successo per tutte le precedenti rivoluzioni industriali. Ad arricchire i contenuti di Lamiera su questo tema ci sarà Lambda 4.0 a cui si affiancherà un programma convegnistico composto da numerosi workshop incentrati sul tema della Fabbrica Intelligente.
Quale sarà il ruolo delle persone in questo nuovo ambito industriale?
Negli anni ’60-’70 c’erano le produzioni di massa e gli stabilimenti erano pieni di operai addetti a lavorare e montare grandi numeri di pezzi in serie. In altri termini c’era molta produzione di pezzi tutti uguali che obbligava le persone a operare meccanicamente senza metterci del proprio dal punto di vista intellettuale. È chiaro che su quel prodotto l’incidenza del costo della manodopera era molto forte. Oggi, visto che la produzione di serie si è spostata altrove, il fattore di costo fondamentale per la competitività dei paesi più industrializzati è diventato quello della conoscenza o, se vogliamo, della cultura intesa come insieme di valori che sono presenti in un territorio, nelle fabbriche ecc. L’uomo, pertanto, è ancora più centrale all’interno di questi nuovi paradigmi produttivi. La conoscenza porta anche a un cambio culturale per cui ci si pone di fronte all’interlocutore non per vendergli un prodotto, ma per risolvergli un problema andando incontro alle sue esigenze. Questo è e sarà il vero valore aggiunto delle imprese europee e soprattutto delle aziende italiane con la loro grande genialità.