L’Ammonitore Gennaio/febbraio 2019

EDITORIALE

Tutto a posto, niente in ordine

di Fabio Chiavieri

Secondo la teoria per cui un accordo ben fatto è quello che non accontenta nessuno, la manovra del Governo gialloverde è da considerarsi perfetta.

Oltre alla naturale opposizione della parte politica avversa, non esiste parte sociale, associazione di categoria, sindacato, che sia d’accordo con questa Legge di Bilancio, lamentando ciascuno iniquità, scarse risorse, poca attenzione ai veri problemi dell’Italia e via dicendo.

Anche la “pancia” del Paese, quella che finora ha appoggiato l’Esecutivo senza mai dubitare sul suo operato, inizia a dare segni di scontento.

Un capolavoro politico mai realizzato in precedenza. Quindi tutto a posto? Se fosse vera questa teoria certamente sì. Potrebbe però essere vero anche il contrario: se nessuno è d’accordo probabilmente qualcosa di enormemente sbagliato ed evidente c’è. In questo caso non ci sarebbe da stare molto allegri.

L’economia mondiale sta rallentando e Bankitalia ha dato una pesante ridimensionata alle previsioni di crescita del PIL italiano: solo + 0,6%, ben distante dal boom economico previsto dal vice premier grillino.

Punto cruciale che da decenni attanaglia il nostro Paese è il debito pubblico che influenza pesantemente ogni possibile percorso di crescita, limitando le risorse disponibili per i piani di sviluppo industriale, per le politiche sociali, per gli investimenti in opere pubbliche (ovviamente quelle con il bilancio costo-beneficio in ordine). Il raffronto con la Grecia è però quantomeno ingeneroso e fuori luogo. L’Italia è e continuerà a essere una tra le principale potenze economiche del mondo e, cosa non da poco, uno dei principali paesi contribuenti dell’Unione Europea.

A conferma di quanto esposto, ricordiamo che i recenti dati forniti dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per Produrre dicono che il 2018 è stato l’anno dei record per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione che ha registrato incrementi a doppia cifra per tutti gli indicatori economici. Il 2019 sarà invece caratterizzato da una sostanziale stabilità. Secondo i dati di preconsuntivo, nel 2018, la produzione è cresciuta a 6.900 milioni di euro, segnando un incremento del 13,4% rispetto all’anno precedente. Si tratta del quinto anno consecutivo di crescita e, in valori assoluti, del nuovo record per l’industria italiana di settore.

Un paese che vanta questi risultati non può né deve abdicare a un futuro senza speranza puntando però sulle eccellenze che siamo davvero in grado di esprimere a livello mondiale.

Fabio.chiavieri@ammonitore.it

 

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