Progetto Pi.Lo.Ti

Logo_PilotiProgetto Pi.Lo.Ti esperienze transfrontaliere tra Piemonte, Lombardia e Ticino.

Il notevole flusso commerciale instauratosi tra Italia e Svizzera transita per la stragrande maggioranza dal Ticino e dalle province italiane con esso confinanti (prevalentemente Lombardia e Piemonte), con una rete logistica che farebbe presupporre una significativa integrazione anche a livello di mercato del lavoro transfrontaliero. A tal proposito si può, infatti, evidenziare una presenza significativa del lavoro italiano in Ticino, principalmente sotto forma di lavoro dipendente e, in parte, di lavoro autonomo e di piccoli imprenditori. La presenza del lavoro ticinese nelle province italiane è invece generalmente molto limitata.

L’integrazione fra le aree di confine italiana e svizzera, seppur presente, è dunque parziale e fortemente squilibrata. Il principale ostacolo che si presenta a livello operativo risulta essere la presenza di una carenza informativa in ambito legislativo e amministrativo che scoraggia l’integrazione fra realtà lavorative di eccellenza presenti nelle regioni transfrontaliere. Oltre a questo, l’attuale congiuntura socio-economica e il crescente rafforzamento del Franco nei confronti dell’Euro hanno contribuito a mettere l’accento su una disparità nei due paesi difficilmente pareggiabile.

Una delle soluzioni possibili a questa situazione può essere identificata nello sviluppo di una rete di collaborazioni tra i due paesi, che offra, a livello industriale, il vantaggio di unificare i diversi e spesso complementari punti di forza delle due economie confinanti: in primo luogo i più caratteristici elementi di spicco rispettivamente di Svizzera e Italia quali l’affidabilità e qualità produttiva da una parte, e la creatività e flessibilità dall’altra, ma più in generale i diversi e articolati punti di forza caratteristici invece dei vari segmenti produttivi e professionali di ambo i paesi.

 

Il progetto Pi.Lo.Ti

In questo contesto nasce e opera il progetto Pi.Lo.Ti-Piemonte, Lombardia, Ticino in rete, con l’obiettivo di promuovere una maggiore cooperazione tra i “lavori” del Ticino e quelli delle aree limitrofe a Lombardia e Piemonte, come condizione necessaria per potenziare l’integrazione tra le due economie, sfruttarne maggiormente i diversi e complementari punti di forza, e valorizzarne le rispettive “eccellenze” produttive e professionali allo scopo di acquisire, insieme, nuove fette di mercato in Europa, favorendo così una paritaria crescita dell’occupazione transfrontaliera nelle aree di frontiera.

Il progetto è stato finanziato dalla piattaforma Interreg Italia-Svizzera e ha visto, come suoi partecipanti Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura del V.C.O. e Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, rispettivamente come coordinatori Italiani e svizzeri, ai quali va aggiunta la partecipazione di Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Varese.

Il progetto, della durata di 36 mesi, si è posto l’obiettivo di identificare le aree d’eccellenza nel panorama dei lavori transfrontalieri, mettendo in luce gli elementi competitivi qualificanti e distintivi dei due contesti ed individuando i soggetti economici più rappresentativi di tali elementi. A valle di ciò, il progetto si è preposto l’obiettivo di stimolare e supportare il collegamento in rete di soggetti economici appartenenti alla stessa area di lavoro, favorendo lo scambio di esperienze, conoscenze e possibilità di collaborazione.

L’idea alla base delle attività portate avanti è stata quella di dare una risposta costruttiva ad alcune delle contraddizioni che contraddistinguono oggi il mercato dei lavori transfrontalieri e allo squilibrio oggi in atto nella libera circolazione. In particolare il progetto mira a realizzare un’esperienza capace di promuovere un maggiore equilibrio nei flussi di interscambio nella libera circolazione tra le due aree di confine.

Tale obiettivo è stato a oggi solo parzialmente raggiunto, tramite l’identificazione, e il conseguente follow-up, nella costituzione di tre gruppi di imprese ad oggi collaboranti in un regime transfrontaliero. I tre network, appartenenti ai settori della lavorazione materie plastiche, trasporti/logistica e arredo bagno, sono stati il punto di partenza per dimostrare e testare la fattibilità di una collaborazione che porti beneficio alle aziende in entrambe le aree geografiche.

Dall’analisi e dal percorso condotto a fianco delle aziende e a contatto con il territorio sia Italiano che Ticinese, è stato possibile evidenziare come, la nascita di una possibile collaborazione tra aziende italiane e Svizzere, sia attualmente possibile soltanto in determinati settori produttivi, con particolari condizioni quadro. Il reciproco beneficio può essere infatti ottenuto in settori che permettano di lavorare a progetti condivisi, in cui si vada a valorizzare le peculiarità delle aziende presenti nel network. Le analisi condotte hanno portato a comprendere come attualmente, le problematiche legate ad un’importante differenza nel costo della manodopera, condizioni legislative a volte complesse e, non ultimo, il valore del franco forte rispetto all’Euro, remino contro l’effettiva possibilità di instaurare solidi legami di collaborazione tra le due realtà. Tale possibilità si presenta nel momento in cui i progetti su cui le aziende lavorano, possano vantare competenze altamente specifiche, in grado di pareggiare le disparità socio-economiche presenti, grazie allo sviluppo di prodotti ad alto valore aggiunto, remunerativi per tutte le parti in causa.

In passato altri progetti hanno cercato di analizzare la formazione di network sul territorio Italo-elvetico, nessuno di questi si è tuttavia posto l’obiettivo di valutare come le aziende possano relazionarsi anche in termini di forma giuridica in cui comporsi.

Nel progetto PI.LO.TI, a valle della creazione di rapporti tra le imprese, si è dunque cercato di analizzare come, e con quali strumenti giuridici, sia ad oggi possibile andare a formalizzare il rapporto di collaborazione, in un tipo di contratto che tuteli tutte le aziende partecipanti. E’ stata quindi portata avanti un’analisi atta a definire le migliori metodologie per la creazione di network. Dall’analisi è risultato come ad oggi sia presente in Italia un dispositivo di legge definito “Contratto di rete”, che permette di legare in maniera più o meno complessa, a seconda delle esigenze dei soggetti partecipanti, aziende collaboranti ad un comune scopo. Le imprese, con il contratto di rete, possono realizzare progetti ed obiettivi condivisi, incrementando la capacità innovativa e la competitività sul mercato, mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specialità. All’interno del progetto si è dunque andati a formalizzare e testare l’utilizzo di questo tipo di strumento giuridico fra aziende operanti in stati diversi, come nl caso delle aziende partecipanti a Pi.Lo.Ti.

La fattibilità dell’operazione è stata dunque verificata e messa in atto per due dei tre network costituendi, dando vita ad una collaborazione transfrontaliera effettivamente inquadrata in un dispositivo di legge adeguato.

A conclusione dell’iter progettuale si evidenzia come la creazione di forme di collaborazione in questo momento storico tra realtà Italiane e Svizzere richieda uno sforzo notevole, soprattutto nelle prime fasi di vita del network, quando le aziende necessitano un periodo di reciproca analisi e condivisione, atto a creare un legame basato non solo su rapporti economici, ma anche sulla fiducia nelle reciproche capacità. Tale possibilità è stata tuttavia verificata anche identificando le possibili forme di collaborazione legittimate dal punto di vista legale.

La crescita economica in ripresa in entrambi i paesi, si spera possa andare a promuovere un ulteriore incremento delle possibili collaborazioni tra realtà di eccellenza nei due paesi.