Si dice che anche l’occhio vuole la sua parte. Nel mondo della macchina utensile, fortemente legato agli aspetti tecnologici e funzionali di un prodotto, fino a non molto tempo fa il design era considerato motivo di orgoglio di qualche imprenditore particolarmente dotato di gusto estetico. Più recentemente, una rinnovata cultura d’impresa che ha saputo, per esempio, trasformare l’officina meccanica da luogo sporco, buio e dall’aria irrespirabile, in ambienti luminosi, puliti, sicuri sotto tutti gli aspetti, ha acceso i riflettori anche sul valore dell’immagine che un’azienda è in grado di dare di sé stessa .
È così che anche la macchina utensile, inserita in un contesto molto diverso rispetto al passato, si è arricchita di un ulteriore contenuto che va oltre sia l’aspetto estetico che prestazionale, stiamo parlando di forza comunicativa. Di pari passo si è quindi evoluto il concetto di design e il lavoro del designer.
Per capirne di più abbiamo incontrato chi di design industriale se ne intende. Paolo Perbellini, infatti, ha fondato, quasi trent’anni fa, lo studio Fishform.
«Mi sono sempre occupato di Industrial Design, dagli studi di partenza sino a quelli via via più specifici che hanno poi portato alla nascita di Fishform nel 1987. Abbiamo progettato in settori diversi sino ai primi anni ‘90, quando siamo entrati nel settore delle macchine utensili, un settore che oggi rappresenta l’80% della nostra attività».
Il motto che accompagna la vostra attività nel settore delle macchine utensili è “Emozione tecnica”. Cosa significa esattamente?
Le due anime che caratterizzano l’attività del nostro studio, che ha saputo integrare design e progettazione meccanica nel rispetto dello storico binomio forma/funzione.
L’EMOZIONE del design eleva la carrozzeria ad elemento di comunicazione delle qualità della macchina. La TECNICA la rigorosa progettazione che rende concreto il prodotto industriale.
Quali sono gli elementi che richiedete al costruttore della macchina utensile prima di cimentarvi nella progettazione della carrozzeria?
Soprattutto vincoli. Il designer necessita di vincoli e obiettivi chiari, sia tecnici che commerciali. La sua capacità sta proprio nell’essere in grado di risolverli nel miglior modo possibile. Il nostro poi è un approccio molto tecnico, lavoriamo da subito sul modello solido della macchina.
Il progetto che c’è dietro a una vostra realizzazione, va oltre l’aspetto estetico. È un valore aggiunto che i vostri clienti comprendono?
Non sempre è facile allontanarsi dall’immagine sbagliata, spesso più vicina all’”artista” che al tecnico, che ancor oggi accompagna la figura del designer in questo settore.
Il nostro approccio progettuale viene, però, oggi non solo compreso, ma condiviso e richiesto.
L’aspetto estetico delle macchine utensili è ancora di secondaria importanza rispetto alle prestazioni della macchina stessa. Secondo lei è una strada tutta da percorrere o non ci sono grandi margini di miglioramento?
In questo settore, il ruolo del design non riguarda tanto l’estetica in sé, ma il forte valore comunicativo che crea aspettativa, la sensazione che quella macchina sia la migliore ancor prima di accenderla, e che rappresenti coerentemente le intrinseche qualità prestazionali. Valori ormai riconosciuti e necessari. La strada è aperta.
Provi, in poche parole, a spiegare ai lettori del nostro giornale perché il design di una macchina utensile non è un elemento da trascurare.
Una corretta coordinazione di prodotto è un rafforzativo dell’affidabilità sia della macchina che dell’azienda che la produce. Il design è e deve essere inoltre un prezioso lavoro di ottimizzazione, intensa anche a livello di costi produttivi.
Tornando allo specifico lavoro svolto da Fishform, grande successo hanno riscosso la macchina transfer “Piccola” prodotta da Gnutti Transfer, che nel 2014 ha vinto il RedDot Award 2014 e il premio speciale per l’Innovazione ADI Design Index; e la Matrix prodotta da Breton selezionata per ADI Design Index,anticamera del prestigioso ADI Compasso d’Oro…
I riconoscimenti avuti nel 2014, sia nazionali che internazionali, confermano i concetti esposti.
Quelli internazionali in particolar modo in quanto premiano la qualità tutta della progettazione del prodotto industriale. Confermano, inoltre, quanto la carrozzeria sia parte nobile della macchina utensile, lontana dalla fornitura alla quale spesso viene erroneamente avvicinata.