
L’innovazione tecnologica a fianco delle tradizioni
di Fabio Chiavieri
Fino all’avvento dell’automazione e, successivamente, dell’era digitale, tutti gli sforzi dell’uomo erano concentrati ad agevolare la produzione di massa quale mezzo democratico per consentire alle società industrializzate di percepire un diffuso senso del benessere. Gli sforzi per progettare oggetti piacevoli dal punto di vista estetico e attraenti da quello culturale erano apprezzabili ma soggetti a naturali vincoli progettuali che solo ai nostri giorni, grazie anche allo studio di materiali dalle prestazioni eccezionali, sono stati abbattuti. La nascita di tecnologie deputate a rendere la produzione sempre più snella e flessibile, in primo luogo l’automazione spinta dei processi – per esempio i robot nelle catene produttive – ha via via alimentato anche il desiderio delle persone di differenziarsi dalla massa, fosse solo per il piacere di avere un’automobile a pois. Da questa tendenza chiamata “personalizzazione di massa”, l’evoluzione del comparto manufatturiero in generale non si è più arrestata: i lotti produttivi sono diventati sempre più piccoli, le tecnologie sempre più flessibili e l’automazione è diventata parte integrante del processo di digitalizzazione indotto dalla nascita di Industria 4.0. Tutti i settori ne sono stati coinvolti, financo il mondo dell’arte. La tecnologia è oggi a disposizione dell’artista o dell’artigiano la cui abilità sta proprio nel saper fondere in un manufatto artistico creatività, innovazione e tradizione.
Da pochi giorni si è concluso il Carnevale di Viareggio che ha compiuto i suoi 150 anni di storia visto che la prima sfilata di carri, all’epoca carrozze addobbate, nel cuore della città vecchia si è svolta nel 1873. Dal 1925, la materia prima dei carri di questo storico Carnevale è la cartapesta che ha permesso di realizzare vere opere d’arte sempre più grandi ma allo stesso tempo leggere. La tecnica manuale unica per la realizzazione di questi effimeri capolavori è alla base di una tradizione artistica che si rinnova ogni anno e che trova nelle sfilate dei carri la massima espressione. Ma cosa si cela dietro a ogni opera? Passione, fantasia, artigianalità, mesi di lavoro, e progettazione 3D. Molti artisti del Carnevale viareggino, infatti, usano tecniche progettuale all’avanguardia per raggiungere livelli di bellezza e spettacolarità nuovi per le proprie opere. Le tecniche di modellazione 3D consentono, infatti, di convalidare i progetti, identificando eventuali problemi prima della realizzazione del modello ed eventualmente correggerli ancora in fase di progettazione. La tradizione, quindi, è salva e la tecnologia, nell’ombra, l’aiuta a sopravvivere.
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