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A grandi passi verso EMO

di Fabio Chiavieri

Cerchiamo di capire come arriveremo alla EMO. Prima considerazione: il virus c’è ancora, ma non ci può più bloccare. Il rischio della catastrofe economica sarebbe davvero dietro l’angolo, come dimostrano i repentini crolli delle borse appena si diffondono voci, peraltro spesso speculative, di un imminente ritorno alle zone gialle.

Detto questo non resta che rifarci ai dati diffusi dall’assemblea Ucimu dello scorso 13 luglio.

La prima buona notizia è che il 2020, per i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, seppure investito da una crisi internazionale così violenta quanto inaspettata, non è andato poi così male. Il fatto di aver contenuto il calo della produzione al 20% ci ha posto davanti ai nostri più temibili concorrenti quali Germania e Giappone. E non è poco.

La seconda buona notizia è il clima di ritrovata fiducia che ha accompagnato i primi sei mesi dell’anno e che, si spera, andrà avanti almeno fino a ottobre quando Milano ospiterà EMO 2021. La voglia di ripartire, unitamente al fatto che si tratta del primo appuntamento espositivo di importanza mondiale dopo la chiusura forzata, rappresenta la base per un’edizione italiana di grande successo.

Non va dimenticato, tra l’altro, come ha sottolineato Barbara Colombo Presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre, che: «La trasformazione digitale e l’aggiornamento tecnologico hanno interessato maggiormente le aziende di dimensione medio grande. Le aziende di piccole dimensioni hanno fatto investimenti in nuova tecnologia ma in misura decisamente limitata.»

Ciò significa, fatto salvo i problemi legati alla liquidità e al freno culturale nei confronti dell’organizzazione del lavoro in ottica 4.0, tipiche delle aziende più piccole, che ci sono ancora grandi margini di investimenti soprattutto nel nostro paese il cui tessuto economico è imperniato sulle PMI.

Le note stonate arrivano, invece, dalla scarsa reperibilità sia di materie prime che di componentistica elettronica che sta pesando sui tempi di consegna degli impianti e, conseguentemente, sulla ripresa appena avviata. Un problema trasversale a quasi tutti i settori manifatturieri, certamente evidenziato anche dalle aziende contoterziste del settore Lamiera che abbiamo intervistato su questo numero de L’Ammonitore per lo speciale Subfornitura. Tutte imprese di dimensioni medio-piccole che, tuttavia, hanno basato la loro crescita su una mentalità orientata al costante rinnovamento del loro parco macchine. Quella che si chiama eccellenza italiana.

 

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